L’IVASS pubblica il Bollettino statistico sui rischi da responsabilità civile sanitaria (medical malpractice), che riporta le principali evidenze quantitative (relative al 2017) delle due forme di assicurazione per la r.c. sanitaria previste dalla legge:
– quelle acquisite tramite polizze assicurative per i rischi da r.c. sanitaria, offerte dalle imprese di assicurazione dietro pagamento di un premio,
– quelle che le strutture sanitarie pubbliche costituiscono tramite autoritenzione del rischio

Le imprese assicurative hanno raccolto 585 milioni di euro di premi, che rappresentano il 13,8% del totale della raccolta diretta nel ramo in Italia (14,2% nel 2016). Per le imprese estere tale quota aumenta al 25,1% (contro 8,4% delle imprese italiane).

Le coperture per dolo o colpa grave – L’assicurazione per il dolo o la colpa grave tutela il professionista sanitario. È una garanzia accessoria a quella per la r.c. sanitaria e può essere stipulata assieme a quest’ultima o da sola. I professionisti della salute che operano presso una struttura sanitaria pubblica o privata sono tenuti a tutelarsi (art. 10, comma 3 della legge Gelli) con una polizza per dolo o colpa grave, a garanzia dell’azione di rivalsa promuovibile nei loro confronti dalla struttura stessa o dall’impresa assicurativa che offre copertura a quest’ultima (art. 9, comma 1 e art. 1 comma 3 della legge Gelli).

Per il 2017, le imprese hanno segnalato circa 54.000 coperture di questo tipo, per un ammontare complessivo di premi pari a 29 milioni di euro.

Nel 2017 le prime 5 imprese hanno raccolto il 70,4% dei premi, quota che sale all’89,7% per le prime 10 imprese. Il grado di concentrazione è superiore a quello del ramo r.c. generale, nel quale le maggiori 5 imprese raccolgono il 47,3% dei premi (67,3% da parte delle prime 10).

Nell’ambito della r.c. sanitaria, la concentrazione aumenta per i contratti sottoscritti da parte delle strutture sanitarie pubbliche (il 96,4% dei relativi premi fa capo a sole 5 imprese). La concentrazione dei premi del personale sanitario (raccolti per il 71,4% dai maggiori 5 operatori) è in lieve aumento rispetto al 2016.

I 585 milioni di premi raccolti nel 2017 per la r.c. sanitaria (–2,4% rispetto al 2016) si ripartiscono in questo modo per tipo di unità assicurata:
46,5% per le coperture delle strutture pubbliche,
– 16,4% per quelle delle strutture private,
– il restante 37,1% per la tutela dei professionisti sanitari
.
Rispetto al 2013, è in calo la quota di premi relativi alle strutture pubbliche, mentre è aumentata quella raccolta presso il personale sanitario

Nel 2017 sono risultate assicurate 685 strutture pubbliche, 4.067 strutture private e circa 270.000 unità di personale sanitario. Un trend importante è la costante flessione del numero di strutture pubbliche assicurate tra 2010 e 2017 (–51%), contemporaneo alla crescente diffusione della auto-assicurazione tra questo tipo di strutture.

Il premio medio per la copertura di una struttura pubblica è stato di 397.000 euro, oltre 16 volte superiore a quello per una struttura privata (pari a 24.000 euro). L’elevato scarto tra i due premi deriva anche dalla superiore complessità e dimensione delle strutture pubbliche. Il premio medio per la garanzia r.c. sanitaria del personale sanitario è ammontato a 803 euro (+13,2% rispetto al 2016), quello per le coperture contro il dolo e la colpa grave a di 540 euro.

È in aumento il divario tra il premio pagato dai medici, pari a1.040 euro, e quello pagato in media dal personale sanitario di altro tipo (pari a 173 euro): i due premi medi sono in rapporto di 6 a 1 nel 2017, contro 5 a 1 dell’anno precedente.

Nel 2017 le compagnie hanno ricevuto 18.418 denunce (–35,6% in meno rispetto a quelle ricevute nel 2010).

La flessione ha riguardato le strutture sanitarie pubbliche e private (per le quali il calo è stato pari rispettivamente al –60,8% e al –39,1%), contemporaneo alla diminuzione del numero di strutture assicurate. Tra 2010 e 2017, sono in aumento (+10%) le denunce a carico del personale sanitario, nonostante la flessione del numero di unità di personale assicurate.

Una delle disfunzionalità che affligge il settore è l’elevato numero di denunce senza seguito, pari al 50,1% di quelle ricevute tra 2010 e 2017. Tale percentuale diminuisce al 35,9% e al 22,7% per le denunce più recenti del 2016 e 2017, per effetto del lungo tempo necessario per classificare correttamente una denuncia come senza seguito. Il rapporto tra denunce pervenute nell’anno e unità di rischio assicurate nell’anno consente di ottenere un numero medio di denunce per unità assicurata, tenuto conto che la quasi totalità delle coperture è in claims made, per cui le denunce pervenute in un anno si riferiscono ad unità di rischio assicurate nello stesso anno.

Per l’anno più recente 2017, una struttura sanitaria pubblica ha ricevuto in media 8,44 denunce, di cui 5,81 destinate ad avere seguito, in quanto hanno dato luogo a un pagamento o sono state collocate a riserva. Per le strutture private i due indicatori valgono rispettivamente 0,82 e 0,55 (che scendono a 0,04 e 0,03 per i professionisti sanitari). Le imprese assicurative hanno risarcito fino alla fine del 2017 45.129 sinistri denunciati tra 2010 e 2017. Di questi, solo il 13,4% è relativo a denunce pervenute nei precedenti 36 mesi, tra 2015 e 2017, percentuale che scende al 5,8% per quelle pervenute nei precedenti 24 mesi).

Nello stesso periodo i risarcimenti complessivamente erogati sono stati pari a 1.851 milioni di euro, di cui il 9,8% per denunce pervenute tra il 2015 e il 2017 e il 3,4% per le denunce pervenute tra 2016 e 2017 .

Per quanto riguarda le strutture sanitarie pubbliche, sono state definite e pagate nel 2017  il 4,1% delle denunce di sinistri con seguito pervenute nello stesso anno (l’anno precedente erano il 3,5%). Per le strutture sanitarie private, le due percentuali ammontano al 9,8% per il 2017 e al 12,5% per il 2016, mentre valgono rispettivamente 4,4% e 5,2% per il personale sanitario. Con riferimento agli importi soltanto l’1,2% dei risarcimenti previsti per le denunce pervenute nel 2017 è stato liquidato nello stesso anno (la quota aumenta all’1,7% per le strutture private e al 2,7% per il personale sanitario.

Per i sinistri denunciati nel corso del 2016, le tre frequenze valevano rispettivamente 0,6%, 3,2% e 2,7%. Questi numeri, relativi alla liquidazione dei sinistri nello stesso anno di denuncia, evidenziano l’estrema lentezza delle procedure di liquidazione.

Una ulteriore conferma di questo fenomeno si ha osservando le generazioni di denunce 2010 e 2011 (le più anziane disponibili): alla fine del 2017 per la prima restavano da liquidare ancora il 33,8% degli importi, percentuale che aumenta al 44,8% per la generazione 2011. Il costo medio dei sinistri – Utilizzando le informazioni disponibili alla fine del 2017, è evidente l’aumento nel corso del tempo del risarcimento medio per le generazioni di denunce più vecchie. Per le strutture sanitarie pubbliche, il risarcimento medio delle denunce del 2010 è stato di 57.365 euro, contro 23.741 euro per le denunce pervenute nel 2017: il rapporto tra i due costi medi è pari a 2,4 (per le strutture private e per il personale sanitario il rapporto ammonta rispettivamente a 5,6 e 2,0).

Nel corso degli anni di sviluppo, la crescita maggiore del valore del risarcimento medio tende ad avvenire nell’anno successivo a quello di denuncia.

Alla fine del 2017 le imprese di assicurazione hanno accantonato 3.185 milioni di riserve sinistri per i futuri risarcimenti delle denunce pervenute tra 2010 e 2017, di cui il 58,1% per i sinistri delle strutture pubbliche, 15,7% per quelli delle private e 26,2% per quelli del personale sanitario. Solo il 17,6% degli accantonamenti riguarda i sinistri denunciati nel 2017. Il numero di sinistri denunciati tra 2010 e 2017 che a fine 2017 risultavano a riserva era pari a 50.713 (34,4% relativi a strutture pubbliche, 14,7% a strutture private e 50,9% riconducibili a coperture di personale sanitario), di cui il 26,6% per denunce pervenute nel corso del 2017.

Uno dei problemi che caratterizza il settore è l’elevato ricorso al contenzioso giudiziario. La lunghezza media dei procedimenti civili costringe le imprese a mantenere riserve relativamente elevate e a liquidare una parte dei pagamenti definitivi solo dopo la definizione di una causa.

Il 13,8% dei sinistri risarciti a titolo definitivo tra 2010 e 2017 ha richiesto una causa, mentre il 27,1% dei sinistri riservati alla fine del 2017 risultava a contenzioso.

Il ricorso ai tribunali caratterizza maggiormente la gestione dei sinistri delle strutture sanitarie pubbliche, per la quale i due indicatori ammontavano rispettivamente a 16,4% e 38,5%.

L’indice di profittabilità utilizzato nel presente bollettino è il consueto rapporto sinistri a premi (loss-ratio) che, anche tenendo conto delle particolarità del rischio da r.c. sanitaria, è un indicatore omogeneo per valutare i risultati tecnici del rischio e indica una perdita tecnica per l’impresa assicurativa se assume valori superiori a 100. I dati aggiornati al 2017 evidenziano una situazione di perdita tecnica sistematica per le coperture delle strutture sanitarie pubbliche (per gli anni di denuncia dal 2010 al 2017, l’indice assume valori compresi tra 101 e 143). I valori dell’indice sono lievemente più bassi per le strutture private (si registra un risultato tecnico positivo per le generazioni di denuncia 2011 e 2016). La situazione per le compagnie di assicurazione appare migliore per i contratti del personale sanitario (il loss ratio è inferiore a 100 per tutti gli anni di denuncia).

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